Che differenza c’è tra conflitto e guerra? Perché al creare un videogioco viene spesso l’idea di fare un “gioco di guerra”? E’ effettivamente necessario “uccidere un nemico” per rendere un videogame appassionante? In occasione della Giornata Internazionale contro l’uso dei Bambini Soldato vorrei condividere con voi alcune riflessioni ed esperienze.
Per diversi anni ho lavorato come programmatore di videogiochi. Anni fa mi capitò in particolare di lavorare presso una piccola ma competitiva azienda di Torino che produceva videogiochi per cellulari. Quando venni assunto dissi al mio capo Luigi di non assegnarmi a videogame di guerra. Il motivo per me era semplice: molti bambini giocano col cellulare e non c’è modo di impedire loro di scaricare giochi di guerra. Io semplicemente non volevo contribuire a quella che, per me, era una banalizzazione della violenza.
Il mio capo fortunatamente accettò la mia richiesta, specificando tuttavia che i giochi di guerra erano uno dei generi più richiesti e che se l’azienda intera avesse avuto la mia stessa visione avremmo finito per fallire. Alla fine negli anni che lavorai per Luigi portai a termine diversi progetti e nessuno di loro era incentrato sulla violenza.
Imparai una importante lezione da questa esperienza: è il conflitto a rendere interessante la sfida offerta da un videogioco e non un’ambientazione basata sulla guerra!
Puoi essere uno sportivo che cerca di vincere una gara (anche di karate) o un animale che vuole mangiare altri animali o un paladino della giustizia che vuole sconfiggere un mago malvagio: il conflitto è parte della nostra vita ed è una parte importante. La guerra la possiamo lasciar fare a chi scambia il denaro, il territorio o la fede per valori più importanti della vita delle persone.
In conclusione, e per tornare alla mia attuale professione di docente di programmazione di videogiochi, non sta a me insegnare certi valori ai ragazzi ed alle ragazze che vogliono dedicarsi al coding tuttavia qualcosa che dico spesso loro al vedere un gioco di guerra o quando si fissano sulle armi o sulla violenza: “Questo lo hanno già fatto in tanti! Non ti viene in mente qualcosa di più originale?”